La minore molestata sul treno dal Garda: «Insultate perché bianche, ho pianto di paura». Le urla al rave: «Qui è Africa».

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La minore molestata sul treno dal Garda: «Insultate perché bianche, ho pianto di paura». Le urla al rave: «Qui è Africa».

 

Il racconto dell’assedio sul Garda alle cittadine sul lungolago. L’assalto al centro e la carica della polizia. Le vittime: «Così siamo riuscite a liberarci e a scendere dal treno»

Al grido «questa è Africa» hanno stretto d’assedio il lungolago del Garda, tra Peschiera e Castelnuovo. «Siamo venuti a riconquistare Peschiera. Questo è territorio nostro, l’Africa deve venire qui».
Lo hanno urlato in faccia anche al sindaco di Castelnuovo Giovanni Del Cero poco prima che partisse il lancio di bottiglie e la sassaiola contro i reparti della Celere. «Ho cercato di capire — dice Del Cero — ma loro urlavano frasi assurde, sbandierando bandiere di vari Paesi africani».
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La minore molestata sul treno dal Garda: «Insultate perché bianche, ho pianto di paura». Le urla al rave: «Qui è Africa».

Città occupate

Un racconto confermato dai video sui social per quella che è stata un’occupazione organizzata delle due cittadine già affollate di turisti. In azione giovani tra i 16 e 20 anni, ma anche ragazzini di 12-14 anni. Moltissimi nordafricani e anche immigrati di seconda generazione per uno street rave non autorizzato ma cominciato quasi in sordina. Fino all’una c’erano circa 600 partecipanti al raduno che scorazzavano per la città, ma senza dare particolare fastidio. La situazione è andata fuori controllo all’arrivo del treno da Milano quando una marea umana di almeno 1.500 persone si è riversata sul Garda. Quasi tutti provenienti dalle province di Milano, Brescia e Bergamo. È bastato il furto di una borsa perché scoppiasse la prima rissa a colpi di bastone e coltellate. Quindi la folla ha invaso le stradine del lungolago e la spiaggia. «Hanno distrutto ogni cosa — raccontano gli operatori commerciali — hanno spaccato vetrine, preso d’assalto il trenino turistico e bloccato passanti a piedi o in motorino». Il tutto sotto effetto dell’alcol e del martellante sottofondo di musica trap alternata a motivi etnici. A quel punto è dovuta intervenire la polizia in assetto antisommossa, scatenando la sassaiola e il lancio di bottiglie. «Io non so se fossero immigrati di prima o seconda generazione — si accende la sindaca di Peschiera Orietta Gaiulli — sono solo una razza di delinquenti che hanno lasciato una profonda ferita nella mia comunità. Abbiamo vissuto una giornata di guerra».

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Il precedente.

Le prime avvisaglie sul Garda c’erano già state l’anno scorso, più o meno nello stesso periodo. In quel caso però i partecipanti erano appena un centinaio. Un ragazzo si lanciò in acqua ed annegò. Ma mentre il giovane agonizzava altri ne approfittarono per rubare borse e zaini ai turisti. Questa volta tutto è partito con un passaparola su TikTok. E chi ha organizzato il raduno gli ha voluto dare una strampalata matrice di rivendicazione etnica. Fino alle minacce sul treno di ritorno per Milano. Intorno alle 17 la marea umana si è riversata sui binari della stazione di Peschiera in contemporanea con il rientro delle comitive da Gardaland. Tra queste anche quella delle cinque ragazze che hanno denunciato le molestie. Anche a loro hanno gridato: «Su questo treno non salgono i bianchi».

Il racconto delle vittime.

E in effetti molti hanno preferito restare in stazione. «C’erano tanti nordafricani. Avevano anche le bandiere del Marocco. Correvano da una parte all’altra della stazione. Hanno anche tentato di salire su un Frecciarossa bloccandolo per dieci minuti», così, dopo aver parlato con il Giorno, una delle vittime racconta quegli istanti. Una volta a bordo le cinque ragazze si sono trovate in trappola: «Era stracolmo, faceva caldissimo. Volevamo scendere, ma ce l’hanno impedito azionando l’allarme. Abbiamo attraversato varie carrozze e nel tragitto hanno iniziato a toccarci ovunque. Sono scoppiata a piangere e ho avuto un attacco di panico. Mentre andavamo avanti ci toccavano, sentivo l’aria mancarmi. La gente fumava, le ragazze specialmente ci davano delle “bianche”, delle privilegiate e non ci facevano passare».

Gli immigrati.

Alla prima fermata, a Desenzano, le vittime terrorizzate hanno implorato aiuto. «Per fortuna — raccontano — un altro ragazzo, anche lui nordafricano, ha spinto via gli amici e ci ha fatto scendere». A riprenderle sono stati i genitori che il giorno dopo le hanno accompagnate alla Polfer di Milano per formalizzare la denuncia. La giornata di follia sul Garda sta suscitando, tra gli altri, anche l’indignazione di giovani immigrati che vivono in Italia. «Avete fatto vedere il lato negativo di noi» scrive Ossamaelougui. Aggiunge Abdel: «State rovinando la reputazione di tutti gli immigrati».

 

Fonte dell’ articolo: https://www.corriere.it/

 

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